Mea culpa, ma anche no

Ho incontrato una persona che mi ha detto: “Sai, ho fatto un giro sul tuo blog: che triste!”. Ecco,  mi sono bloccata.

Più che il blocco dello scrittore, mi ha preso il blocco del pensiero. Insomma, possibile che debba sempre ragionare, criticare, denunciare, borbottare?

Poi, nelle mie letture, sono incappata in una frase di George Orwell:

“Scrivo perché c’è qualche menzogna che voglio denunciare, qualche fatto sul quale voglio attirare l’attenzione, e la mia prima preoccupazione è quella di essere ascoltato. Ma non potrei sopportare la fatica di scrivere un libro oppure un lungo articolo di giornale, se ciò non fosse anche un’esperienza estetica”.

L’esperienza estetica è un “linguaggio” in esplorazione. Non ho mai (non ancora) scritto un libro, tanto meno sarei capace di avventurarmi in storie lucidamente distopiche dal gusto Orwelliano (che assaporo come more appena colte nel bosco). Però…io sono questa. Una donna “contro”, spontanea, esigente, rigorosa. Ma sono anche altro, cosa che tengo nella mia sfera più privata. Vedete,  non riesco a farmi scorrere la vita addosso senza fastidi. Che poi, una persona non può essere riflessiva e allo stesso tempo serena? Ok, forse può, ma non troppo. E’ necessariamente un male o un difetto, questo?

Silvio Perrella (scrittore e critico letterario) nell’introduzione alla raccolta di saggi “Nel ventre della balena” di George Orwell (che consiglio vivamente di leggere) scrive di lui: “è una mente che non si sottrae al confronto con i fatti spiacevoli di un mondo in subbuglio”.

Ogni mattina mi alzo e so che ci sarà qualcosa che mi farà indispettire, e che dovrò denunciare. Ma ogni sera, prima di dormire,  so anche che ho vissuto intensamente con tutte le mie emozioni, so che mi sono perduta nel rincorrere una rondine in volo; che il mio cuore ha palpitato nell’assistere a un gesto di altruismo inaspettato; che il sorriso di un estraneo per la strada, regalato per un semplice atto di cortesia, ha rischiarato le mie ombre; che una nota percepita in lontananza mi ha fatta ballare; che un profumo sfiorato per caso ha riavvolto il nastro della mia vita di molti anni, fino a fermarsi in quell’esatto istante nel quale ho pensato che tutto è possibile e tutto è meravigliosamente trasformabile.

Ognuno ha un suo percorso, questa è la mia strada.

Informazioni su Paola Buizza (LaBui)

Giornalista con un futuro sempre in discussione e un passato costruito sull'istinto. Una vita geograficamente collocata oltre gli schemi e gli stereotipi. Una donna che cade, soffre, si rialza e cammina. A volte, vola. Questo blog, comunque, non rappresenta una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con cadenza periodica né è da considerarsi un mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001
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