La bambina e la signora silenziosa

Quella bambina mi guarda spaesata. Ogni volta è così. Seduta nella sabbia, in un prato o sull’altalena di un parco giochi, mi guarda. E’ spaesata. Non comprende il perché di una parola cattiva, di un gesto violento, di tanta indifferenza diffusa. Quando accade scappa, non prima d’aver sbattuto una porta. Non riesce a privarselo quello scatto d’ira: sbatte e poi si ferma. Ascolta il suo cuore che sobbalza nel petto. Singhiozza, piange. Qualche attimo di inazione, nell’eco della porta sbattuta, poi via di corsa.

Corre, corre. Si affanna e cerca, con lo sguardo, una via di fuga. La gente la sfiora ma lei non ne vede gli sguardi, avverte un brusio fastidioso dal quale, a sua volta, cerca di scappare. Alla ricerca del silenzio, del vuoto, della solitudine, scappa. Corre fino a quando, esausta, trova un prato. A volte trova una spiaggia. Altre una chiesa, anche se lei le preghiere non sa esattamente cosa siano e come funzionino. Ciò che conta è restare sola. E proprio quando il silenzio l’avvolge e le calma i nervi,  alza lo sguardo e mi trova lì. I suoi occhi spalancati e persi incontrano i miei, chiusi in un sorriso accogliente. Le basta guardarmi qualche minuto, senza aprire bocca. Il suo respiro mi parla. Le sue manine e le gambe, immobili, ancorate al terreno, salde alla catena dell’altalena o alla panca, mi dicono che, ancora una volta, si sente impotente davanti all’inganno della vita. Vorrebbe chiedermi il perché di tanta gente che sembra volerti bene e che, invece, prende senza dare. Pretende comprensione e affetto senza restituirtene una parte. Gente che scappa con particelle minuscole del tuo cuore, svuotandolo, indebolendolo.

Annuisco. Sospiro. Chino la testa. Ci guardiamo. Passa qualche minuto e poi la piccola si alza. Ha i pugni bassi e serrati, le ciglia aggrottate e le labbra leggermente alzate da un lato. L’occhio brilla, lo sguardo è di sfida. Sorride per un attimo, mi volta le spalle e inizia a camminare. Va. Torna da dove è venuta. Partita da vittima ci torna da combattente anche se sa che, di lì a poco, correrà a rifugiarsi nel suo angolo di mondo segreto.

Piangerà nuove lacrime che saranno asciugate da nuovi incontri con la signora silenziosa. Sa che la troverà in qualsiasi posto andrà a rifugiarsi. Si specchierà nel suo sguardo e lei la sentirà nella sua anima.

La signora sarà lì, nelle stagioni, nei tempi, nei luoghi.

Informazioni su Paola Buizza (LaBui)

Giornalista con un futuro sempre in discussione e un passato costruito sull'istinto. Una vita geograficamente collocata oltre gli schemi e gli stereotipi. Una donna che cade, soffre, si rialza e cammina. A volte, vola. Questo blog, comunque, non rappresenta una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con cadenza periodica né è da considerarsi un mezzo di informazione o un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001
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