Come Andy si mette il Warhol.
Non si ci può mettere a discutere con l’album dei ricordi
Lettura interessante fatta tanti anni fa e che, a cicli, ritorna. E’ la necessità di sfogliare le pagine per rinnovare l’incontro con un uomo ingenuo, cinico, ironico, autoironico. Un autoritratto senza esclusione di colpi nel quale rivela il suo essere Uomo e il suo essere Personaggio. Andy Warhol e l’uso consapevole di una “maschera” da mettere e togliere all’occorrenza. Il filosofo disincantato di una società oggi più attuale che mai.
“Mi piace essere la cosa giusta nel posto sbagliato e la cosa sbagliata nel posto giusto. Ma se per caso ti trovi in una di queste due situazioni, allora non esisti più per la gente, o ti tirano sputi, o scrivono delle recensioni cattive, o ti danno le bastonate, o ti saltano addosso, o dicono che sei “un arrampicatore”. Ma di solito ne vale la pena di essere la cosa giusta nel posto sbagliato o la cosa sbagliata nello spazio giusto, perché succede sempre qualcosa di divertente. Credetemi perché io ho tirato fuori una professione dall’essere la persona giusta nel posto sbagliato e la persona sbagliata nel posto giusto. E’ una cosa di cui conosco veramente tutto”.
“Oggigiorno sei considerato anche se sei un imbroglione. Puoi scrivere libri, andare alla TV, concedere interviste: sei una grande celebrità e nessuno ti disprezza anche se sei un imbroglione. Sei sempre una star. Questo avviene perché la gente ha bisogno delle star più che di ogni altra cosa”.
“Alcuni critici hanno detto che sono il Nulla in Persona e questo non ha aiutato per niente il mio senso dell’esistenza. Poi mi sono reso conto che la stessa esistenza non è nulla e mi sono sentito meglio. Ma sono ancora ossessionato dall’idea di guardarmi allo specchio e non vedere nessuno, niente”.
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