“Ma è così bello essere come tutti gli altri? Non è un po’ come essere nessuno?”, chiese l’adolescente allo zio.
“Io credo che tu mi debba dire dove hai appreso queste idee radicali”, rispose l’uomo alla ragazza.
(dialogo tratto da “Il numero 12 ti somiglia”, episodio della serie Twilight Zone – Ai confini della realtà)
Rod Serling la sapeva lunga e la sapeva anche raccontare. Rivedere oggi la sua serie televisiva, ideata all’inizio degli anni Sessanta, è un’esperienza sorprendente per la sua capacità di analisi della società non solo a lui contemporanea. Serling aveva indiscutibili doti di “preveggenza” e questo episodio, dove l’apparire prevale sull’essere, ne è la prova. Basta guardarsi attorno, oggi. Visi e acconciature che si ripetono, abiti e accessori indossati quasi fossero divise d’appartenenza di classe. Case arredate a dovere, come la moda impone, con tanto di donne “addestrate” ad apparecchiare la tavola secondo il bon ton e a sfidarsi in pasti da “master chef” con mariti aitanti, stando ben attente a ritagliarsi il tempo per uno shopping da “guardaroba perfetto” per non rischiare l’esaurimento da “Desperate Housewifes”. D’altra parte lo impone la tv con i suoi “talent” da cardiopalma patologico e programmi tesi a renderti “una persona migliore”. Vedi Real Time, uno dei canali più visti di tutto il panorama digitale, per esattezza il 7° canale nazionale più visto con uno share che, ad agosto, ha superato quello de La7.
Palinsesti che, a mio avviso, rischiano di farti sentire un loser, ossia “one that fails consistently, especially a person with bad luck or poor skills” (The American Heritage® Dictionary of the English Language).
L’autorealizzazione attraverso la perfezione è un inganno. Rimango convinta che il vero modo per dimostrare d’essere qualcuno è essere sé stessi. Perché “essere come tutti gli altri (in una logica di perfezione) è un po’ come essere nessuno”
Consigli di lettura: per frizzante e ironica analisi di Real Time vi lascio a un articolo di Alessandro Massimi Innocenti http://ilcalibro.com/2013/09/01/una-proposta-per-real-time-giu-le-mani-dagli-armadi-dei-bambini/